Tuesday, May 2, 2017

la differenza nelle ciglia

Consueto martedì mattina. In bagno davanti allo specchio io mi trucco gli occhi mentre il Sig. Tenace si lava i denti con lo spazzolino delle tartarughe ninja.

"Mamma, le mie ciglia?"
"Le tue ciglia, cosa?"
"Dove sono le mie ciglia?" e accompagna le parole con il gesto che ormai ripete da quasi due anni, afferrando le mie, di ciglia.
"Stella, le tue ciglia sono qui (gli tocco le palpebre), solo che sono più nascoste delle mie."
Non lo vedo persuaso. Continua a toccare le mie, di palpebre, e ci guardiamo allo specchio.
"Sig. Tenace, lo sai, io ho gli occhi così, e tu li hai così, tu hai il naso piccolo e io ce l'ho grosso - per non parlare di quello del papà (ride)! Tu hai le ciglia come Kim Lynh, come Brady, come Milo, e come Pingbei, e come il papà di Heilam,..."
Ascolta e non si muove da davanti allo specchio.
"È perche' le persone che sono nate in Cina o che hanno il papà e la mamma cinesi [per ora, mi dico, limitiamoci alla Cina che il concetto di Asia viene troppo complicato alle 7.30 del mattino] hanno gli occhi e il naso simili ai tuoi".
"È la mamma della Cina?"
"Sì, sono la mamma della Cina e il papà della Cina che ti hanno dato 'sti occhi bellissimi e 'sto nasino spettacolare. Anche loro li hanno così. Io invece sono nata in Italia dove tanta gente ha gli occhi e il naso come i miei". [Oddio, mi sto incasinando...]

Tempo fa eravamo sull'autobus, al rientro a casa, e c'erano vicino a noi un signore nero, alcuni asiatici e alcune persone bianche. Il Sig. Tenace indica il signore nero:
"Mamma, quel signore ha il naso grooossso" [Grazie di averlo detto in italiano! Grazie!!]
"Sì, ha il naso più grosso del mio e del tuo"
"Anche del papà"
"Sì, anche del papà"
"Quando io cresco, mi viene il naso grosso come quello del papà"
"Per carità no! No, Sig. Tenace, quando crescerai ti resterà il naso abbastanza piccolo, più come quello del papà di Oscar, o della mamma di Finn, o del papà di Milo,..."
"Allora come quello del papà di Oscar"
"Ok!" [in effetti e' un figo pauroso...]


da qui

Queste sono le nostre normali conversazioni, che a volte sono più complicate e altre meno, ma che prima di tutto mi rinforzano l'idea che i bambini eccome se le vedono le differenze razziali, alla facciazza di quelli che dicono che è tutto un costrutto sociale. E poi mi bacio i gomiti per la fortuna che abbiamo nel poter mandare il Sig. Tenace in un asilo dove tanti bambini gli assomigliano, e per vivere in una città in cui i racial mirrors non dobbiamo andare a cercarli con il lanternino, ma sono attorno a noi ogni giorno.


PS. il naso del Teodolindo non è poi particolarmente grosso, o almeno non ce n'eravamo mai accorti finché non è arrivato il Sig. Tenace e ha spostato la barra di tutti i nostri riferimenti di dimensione nasesca...




Per chi fosse interessato all'argomento, due articoli:

L'importanza dei racial mirrors per i bambini adottati tramite adozione transrazziale

I benefici a livello cerebrale del crescere in un ambiente etnicamente diversificato (racially diverse)




9 comments:

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    1. Ma il Teodolindo ricompensa con gli occhi azzurri, che anche quelli sono diventati improvvisamente strani e oggetto di interesse :)

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  2. Le vedono sì le differenze e per quella che è la nostra esperienza accade le sottolineino più frequentemente con l'aumentare dell'età... Certo è qualcosa con cui dovranno "fare per sempre i conti".
    Forse l'hai già letto: https://lecicatricidoro.wordpress.com/2017/01/27/lombrellone-protettivo-del-white-privilege-una-lucida-testimonianza-di-una-madre-adottiva-dalla-rivista-adopnation/.

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    1. Grazie, Marcella. Sempre preziosi i tuoi commenti e link. L'articolo l'avevo ben letto, ma poi scrivendo il post me ne ero dimenticata. Perfetto aggiungerlo! Grazie!

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    2. Che poi anche sull'ombrello protettivo del nostro privilegio dovremmo scriverne! Mi viene in mente quello che diceva Kim Soo Bok, riguardo al fatto che lui ha avuto più episodi di razzismo da adulto che da bambino. Magari adesso lo coinvolgo.

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  3. Sempre interessantissimo passare da qui, e da qui saltellare in qua e in là!

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  4. Eccomi qua, in carne ed ossa, vabbè più o meno...

    Dall'alto del mio nasone ringrazio il cielo ogni giorno per i piccoli perfetti bottoncini che adornano le mie due faccine gialle anche se continuo a stupirmi quotidianamente della quantità di moccio (puhà...pardon!) che riesce a produrre il minuscolo naso della peste numero due, allergica ad ogni polline che Dio a mandato in terra e quindi mocciosa trecentosessantacinque giorni l'anno!
    Anche noi abbiamo deciso di non cambiare i loro nomi perché come dici molto bene facevano già parte di loro, abbiamo aggiunto anche un nome italiano perché ci sembrava giusto celebrare la loro doppia nazionalità e lasciare a loro, quando saranno in grado, la facoltà di scegliere quello che preferiscono anche se devo ammettere che non li usiamo mai.
    Quanto al discorso interraziale...sarebbe troppo lungo qui....basti sapere che nella loro scuola sono gli unici orientali (a parte un paio di tate filippine che accompagnano biondissimi pargoli) e che in tutta la scuola che comprende tutte le classi dal nido al liceo ci saranno altri tre bambini/ragazzi non caucasici e credo tutti e tre adottati...non è una gran base statistica.

    Sono troppo felice di essere tornata qui, ora vado a leggermi i tremila arretrati.

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    1. Bentornata Alessandra!
      Tu conosci la rivista AdopNation? La nomina anche più in alto Marcella. Se non la conosci, te la consiglio caldamente. E' una rivista italiana, sull'adozione, scritta da persone adottive. Spesso e' illuminante sulle questioni di cui parli tu nel tuo commento. Noi siamo abbonati via pdf, ma in Italia spediscono la versione cartacea (e abbiamo abbonato i quattro nonni!).

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